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Pittrice
Il primo periodo (1960-1982) è caratterizzato da opere in bianco e nero, disegni a China per lo più, e incisioni. C’è anche la ricerca per arrivare a una tecnica personale che di lì a poco arriverà.
Seguono le opere a olio su tela con colori accesi e molto elaborate, i soggetti sono fiori, alberi, piccoli animali e ritratti di bambini.
Nel secondo periodo (1982-1997) avviene il passaggio dal figurativo all’arte materica, con cambio di obiettivo oltre che di tecnica. Non più oli su tela moli su teli a telai di sacco cuciti con fili colorati, pezzetti di stoffe e piccoli oggetti che girano in una normale casa e fanno scattare i ricordi. Nasce così la “Soft art”, arte dolce ironico-familiare, di tipo antropologico.
Quasi contemporaneamente si comincia a delineare la “Baby art”. I materiali sono gli stessi, ma i piccoli oggetti sono dei giocattoli rotti o conservati come reliquie; nasce il quadro giocattolo.
Questa volta non c’è ironia, ma polemica sociale: che infanzia ha oggi l’uomo di domani? Ed ecco la "Baby art" delle favole (“Dolce Pierrot”, “Caro Pinocchio”), e quella della protesta (“Dove sono i miei occhi?”, “L’altalena”).
Nel terzo periodo (dal 1998 in poi) c’è il ritorno al figurativo. Nelle tele, vicino al colore a olio compare l’acrilico, c’è una maggiore ricerca del colore, tematiche ecologiche e ritratti ironici. Dal 2000, parallelamente alla pittura figurativa, compaiono le “Onde”, nate all’inizio come prove di colore ma che in seguito
andranno acquistando un loro preciso significato. Proseguono in parallelo opere lavorative e astratte, spesso unite
in dittici e trittici o da sole, in massima libertà.
Tecniche
China, incisione, olio, pastelli, acrilici, materiali vari, collage ceramica.